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Attualità giovedì 02 settembre 2021 ore 18:30

"Superiori senza aule ma gli spazi ci sarebbero"

Flash mob davanti al liceo Buonarroti, la situazione più grave, ma problemi di spazi ci sono anche al Carducci e al Dini. Appello a Provincia e Comune



PISA — Il Barone Rampante, Priorità alla Scuola di Pisa e Pontedera e i sindacati Gilda, Cobas Scuola, Ucic e Flc-Cgil hanno dato vita questa mattina ad un flash mob di fronte al liceo Buonarroti, dove mancano all'appello 17 aule a fronte di 54 classi previste per l'avvio dell'anno scolastico. Sono stati affisse foto di strutture pubbliche vuote o dismesse, per chiedere che Provincia e Comune di Pisa facciano la loro parte.

A parlare fra i tanti presenti, compresi alcuni studenti e genitori, Massimina Gigante (Gilda Fgu), Fausto Pascali (Priorità alla scuola), Orsetta Innocenti (Il Barone Rampante), Giovanni Bruno (Cobas) e Daniele Ippolito (Una città in comune). Tutti concordi sul fatto che l'emergenza coronavirus sia stata soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso, visto che le carenze strutturali e di personale si trascinano da anni, e che sia assurdo ritrovarsi a Settembre senza aule. Oltre al caso Buonarroti, al Carducci mancherebbero dalle 7 alle 9 aule, al Santoni 8 e al Dini 7. Al Dini e al Santoni sono stati sacrificati i laboratori, al Carducci (che ha l'indirizzo musicale) si valutano le sei ore giornaliere per far turnare gli studenti su 5 giorni settimanali, mentre al Buonarroti l'ipotesi del turno pomeridiano non viene presa al momento in considerazione, sperando che Comune e Provincia mettano a disposizione nuovi spazi.

'In questo contesto appare tanto più sconcertante il silenzio delle istituzioni in merito ai numerosissimi spazi ampi e inutilizzati presenti nel territorio della nostra città - hanno sottolineato -, a oggi dismessi, veri e propri spazi fantasma. E ancora una volta alle richieste di chiarimenti sull'uso di questi spazi da parte di forze politiche, sindacati, associazioni la risposta degli enti locali e stata un silenzio assordante. Persino gli spazi della ex scuola dell'infanzia Perodi restano vuoti nonostante le richieste del contiguo liceo Carducci. Il nostro presidio oggi, davanti alla ex biblioteca provinciale del complesso Marchesi, circondati dalle immagini degli altri spazi dismessi o sottoutilizzati della città, ha lo scopo di denunciare alla cittadinanza il valore reale attribuito dalle istituzioni a un diritto costituzionale come l'istruzione pubblica". 

"Gli spazi fantasma che proponiamo all'attenzione della cittadinanza avrebbero potuto, con una politica lungimirante, essere adattati e offerti, viceversa, per difendere davvero il diritto all'istruzione. Quale siano le reali priorità dell'amministrazione è invece sotto gli occhi di tutti. Si potrebbe partire subito dagli spazi come l'ex biblioteca in Piazza XX Settembre, lo spazio dell'SMS, gli Arsenali Repubblicani, parti dei Vecchi Macelli, di proprietà del Comune di Pisa e la dismessa biblioteca provinciale o le Officine Garibaldi di proprietà della Provincia, che già oggi sarebbero pronti all'uso. Si devono inoltre considerare i tanti edifici che richiederebbero interventi più strutturati come il complesso di Santa Croce in Fossabanda (però oggi passato alla Scuola Sant'Anna, ndr), l'ex asilo Coccapani, l'ex Palazzo Telecom in piazza Facchini sempre del Comune di Pisa o l'ex Auop in piazza delle Gondole di proprietà della Azienda Sanitaria Locale, Palazzo Mastiani dell'Università di Pisa e l'ex sede dell'Indap in viale Bonaini di proprietà dell'INPS per fare solo alcuni esempi di annosi abbandoni che evidenziano le responsabilità trasversali di tutti gli enti locali e della necessità di un pianificazione condivisa di lungo periodo. Perché la carenza degli spazi e lo stato fatiscente delle scuole pubbliche, in alcuni casi al limite dell'inagibilità, non è un'emergenza di oggi".

"Se da un iato il Ministero dell'istruzione ha espresso la dichiarazione di rinuncia totale alla didattica a distanza se non per motivi di emergenza sanitaria conclamata (zone rosse o quarantene) - hanno osservato ancora -, dall'altro per molti istituti della provincia di Pisa risulta impossibile garantire la presenza a scuola degli studenti e delle studentesse se non al prezzo di rinunciare alle (poche) misure di sicurezza previste l'anno scorso. Per molti istituti lo spazio non è garantito anche al prezzo di questa rinuncia e vi sono, in molte scuole, classi che a oggi non hanno la possibilità di trovare uno spazio fisico, piccolo o grande, dove poter stare. Allo stesso a modo, non appare possibile continuare a 'conquistare' spazi per le singole classi sottraendoli al luoghi didattici comuni che, non dimentichiamolo, servono per esercitare attività didattiche (come per esempio laboratori di specifiche materie) che per alcuni ordini di scuola e indirizzi sono fondamentali, garantiti dalla norma come doverosa parte delle attività didattiche del percorso prescelto (le aule dei laboratori per gli istituti tecnici e professionali, o per i percorsi di istruzione e formazione professionale)". 

"A Pisa la situazione si fa tanto più grave perché in questo anno vengono a mancare gli spazi concessi alle scuole dall'Università - hanno ricordato ancora -, l'unica istituzione ad avere fornito nell'a.s. 20/21 una risposta all'appello urgente sulla necessità scolastiche, spazi che ora ritornano a servizio degli studenti universitari, per la altrettanto necessaria riapertura della didattica in presenza. Durante l'estate, dal Governo nazionale e dal Ministero dell'Istruzione non è arrivata nessuna misura per mitigare il disagio - se non la generica ripetizione della necessità, da noi totalmente condivisa, di un ritorno completo alla didattica in presenza. Si è perso tempo nel dibattito sulle modalità di controllo del Green Pass per il personale scolastico, nella ripetizione ossessiva di attività di recupero a settembre connesse al cosiddetto "Piano estate" (attività che si vogliono equiparare alla didattica ordinaria, nonostante un ancora vigente contratto nazionale), in dichiarazioni sulla necessità di "aprire le finestre da entrambi i lati delle aule", quando chiunque viva una scuola dall'interno sa bene come questa tipologia di aule, con doppia areazione naturale e apertura sull'esterno da due Iati, sia virtualmente inesistente. Invece, niente è stato fatto per risolvere la annosa questione delle classi pollaio, senza prevedere un dispositivo di abolizione del DPR 81/2009 (che ha scaricato sulla scuola pubblica la responsabilità di contenimento della spesa italiana, sacrificando il diritto degli studenti e delle studentesse a imparare in ambienti a misura adatta, dove il numero contenuto possa essere davvero garanzia di quella personalizzazione degli apprendimenti sbandierata dal Ministero come elemento necessario, senza che nulla venga fatto davvero perché questa attenzione possa essere messa in atto). Possiamo rassicurare il Ministro: nella provincia di Pisa, stante l'assenza di aule, l'aerazione sarà costante e da quattro lati, perché a molte classi, per andare a scuola, non resterà che far lezione per strada".


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