Politica mercoledì 05 giugno 2024 ore 12:00
Vendita delle ex Stallette, la protesta dei lavoratori

L'immobile ospita un gruppo di giovani che operano nel settore dell'animazione 2D. Auletta: "Da loro occorre ripartire, così impoveriamo la città"
PISA — La messa in vendita delle ex Stallette ha provocato l'immediata reazione di coloro che, in quegli spazi, lavorano. Si tratta di un gruppo liberi professionisti che operano per le animazioni in 2D, ciò che comunemente indichiamo come "cartoni animati". E che, con quest'atto, rischiano di doversene andare.
"A Marzo la Giunta Conti ha annunciato l’intenzione di mettere in vendita le ex Stallette, un immobile pubblico nel cuore della città il cui recupero è costato milioni di euro pubblici - ha spiegato Ciccio Auletta, capogruppo di Diritti in Comune - ma non finisce qui: le ex Stallette sono lo spazio in cui lavorano decine di giovani artiste e artisti, che rappresentano un’eccellenza nazionale ed internazionale nel campo dell'animazione in 2D, ovvero dei cartoni animati. Venderle significherà sfrattarli e allontanarli, con tutte le conseguenza che questo produrrà non solo in termini economici e lavorativi, ma anche di impoverimento della città sul piano culturale e artistico".
Come spiegato dai lavoratori e dalle lavoratrici, l'ala della struttura da loro occupata è attrezzata con computer, tavolette grafiche, proiettori e sale riunioni, dove vengono elaborati e realizzati i processi creativi utili per la produzione di serie televisive e film animati per grandi e piccini che hanno trovato accoglienza anche su piattaforme come Netflix, Warner Bros, Prime Video e Rai.
"Non si può negare che in questi anni questo spazio pubblico si stato sottoutilizzato, se si considerano tutte le potenzialità, ma sicuramente non è un posto vuoto e abbandonato - ha aggiunto Auletta - abbiamo incontrato e conosciuto in queste settimane i lavoratori e le lavoratrici che in questi anni ogni giorno lo hanno animato, ed è da loro e con loro che occorre ripartire per rilanciare luoghi come questo. Altro che Pisa città della conoscenza, dell'innovazione e della produzione culturale".
"Questi spazi sono stati ristrutturati con fondi pubblici e una privatizzazione non solo sarebbe ingiusta ma rischierebbe anche di lasciare all'abbandono spazi che tuttora ospitano giovani ragazzi che lavorano, portando avanti un settore in Italia già penalizzato e poco valorizzato a dispetto del suo impatto culturale - hanno concluso i lavoratori e le lavoratrici - si veda per esempio il successo delle recenti serie di Zerocalcare, realizzate in gran parte anche in questi stessi spazi".
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