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Politica mercoledì 16 aprile 2025 ore 10:30

"Sbagliato cancellare Pisa in fiore"

​Duro affondo della Casa della Città Leopolda sull’addio a un evento che per dieci anni ha unito fiori, cultura e cittadinanza attiva



PISA — Il verde urbano è molto più di un decoro: è cura del territorio, identità, occasione di partecipazione. Ed è proprio su questi valori che, per dieci anni, si è costruito il successo di “Pisa in Fiore”, l’evento organizzato dal Comune in collaborazione con la Casa della Città Leopolda e diverse realtà associative, cancellato nel 2020 dall’amministrazione guidata dal sindaco Michele Conti. A distanza di cinque anni, le polemiche sull’eredità di quell’iniziativa si sono riaccese in seguito all’ultima edizione di “Verde Pisa”, criticata per la massiccia presenza di espositori non coerenti con il tema e per il ritiro del patrocinio da parte di Confesercenti.

“La soppressione di Pisa in Fiore – ha spiegato Casa della Città Leopolda – è stata una scelta dettata da pregiudizio ideologico e scarsa attenzione per il ruolo delle associazioni nella vita culturale cittadina”. Il progetto originale univa mostra-mercato florovivaistica, laboratori, installazioni sceniche, visite guidate, spettacoli e iniziative educative. Un mix capace di attrarre migliaia di persone e di promuovere la sensibilità ambientale, anche attraverso appuntamenti di rilievo come il convegno internazionale sulla forestazione urbana del 2015. “Pisa in Fiore aveva dimostrato come si può parlare di verde e natura coinvolgendo la comunità e generando qualità urbana – hanno proseguito –. La sua cancellazione, in favore di un evento puramente commerciale, è la spia di un più ampio processo di svuotamento culturale”.

A destare preoccupazione, secondo le realtà che animavano l’evento, è soprattutto “la perdita di una visione condivisa, capace di unire la dimensione culturale, ambientale e sociale della città”. Da qui la richiesta di ripensare le politiche pubbliche su questi temi e di ripartire da una progettualità “più viva, inclusiva e dialogante”. Perché, “la cultura non è solo programmazione di eventi, ma capacità di costruire legami e generare futuro”.


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