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giovedì 10 ottobre 2024

FAUDA E BALAGAN — il Blog di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

ALFREDO DE GIROLAMO - Dopo un lungo periodo di vita vissuta a Firenze in cui la passione politica è diventata lavoro, sono tornato a vivere a Pisa dove sono cresciuto tra “Pantere”, Fgci, federazione del partito e circoli Arci. Mi occupo di ambiente e Servizi Pubblici Locali a livello regionale e nazionale. Nella mia attività divulgativa ho pubblicato i libri Acqua in mente (2012), Servizi Pubblici Locali (2013), Gino Bartali e i Giusti toscani (2014), Riusi: da rifiuti a risorse! (2014), Giorgio Nissim, una vita al servizio del bene (2016), SosteniAMO l'energia (2018), Da Mogador a Firenze: i Caffaz, viaggio di una famiglia ebrea (2019). ENRICO CATASSI - Storico e criminologo mancato, scrivo reportage per diversi quotidiani online. Svolgo progetti di cooperazione internazionale nei Paesi in via di sviluppo. Curatore del libro In nome di (2007), sono contento di aver contribuito, in piccola parte, ad Hamas pace o guerra? (2005) e Non solo pane (2011). E, ovviamente, alla realizzazione di molte edizioni del Concerto di Natale a Betlemme e Gerusalemme. Gli autori insieme hanno curato i seguenti libri: Gerusalemme ultimo viaggio (2009), Kibbutz 3000 (2011), Israele 2013 (2013), Francesco in Terra Santa (2014). Voci da Israele (2015), Betlemme. La stella della Terra Santa nell'ombra del Medioriente (2017), How close to Bethlehem (2018), Netanyahu re senza trono (2019) e Il Signor Netanyahu (2021).

Israele al voto, è di nuovo Bibi vs. Gantz

di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi - lunedì 16 settembre 2019 ore 07:15

Israele si prepara al voto, martedì è giorno di elezioni per la seconda volta in meno di un anno, non era mai accaduto nella storia di questo stato. Gli ultimi sondaggi predicono una situazione di stallo politico: la destra a trazione Netanyahu non riesce a raggiungere la soglia dei 61 parlamentari, che garantisce la maggioranza. Il leader del Likud e i suoi alleati oscillerebbero tra i 57 e 60 seggi nella futura Knesset. 

L'indomabile falco e il suo avversario più quotato, il generale Gantz leader della lista centrista Kachol Lavan, sarebbero testa a testa. Comunque, se fosse l'ex capo di stato maggiore dell'esercito a tagliare il traguardo per primo come da prassi istituzionale riceverebbe dalle mani del presidente Reuven Rivlin l'incarico esplorativo, aprendo la strada ad uno scenario che è il peggior incubo di Netanyahu, ovviamente assieme ai processi per corruzione che incombono. Fattori negativi che sommati rischiano di compromettere definitivamente la sua longeva carriera politica. Nella precedente tornata ad aprile ha fallito l'obiettivo del quinto mandato a causa della rottura con il nazionalista russofono Lieberman

Questa volta in cerca di nuovi alleati è costretto a fare spazio nella coalizione parlamentare alla piccola forza dell'estrema destra razzista Otzma, rinunciando a qualche voto. In virtù del sistema proporzionale puro che prevede una barriera al 3,25%. Tuttavia vedremo se Netanyahu è veramente interessato a mantenere questo patto “mortale” fino in fondo, caratterizzando il prossimo esecutivo marcatamente a destra, oppure che con una strambata finisca per optare, all'ultimo minuto, per la sua tattica preferita, la cannibalizzazione dei partiti che gravitano intorno a lui. Intanto, il frammentato e bastonato centro-sinistra può solo fare meglio delle ultime elezioni, in attesa di tempi migliori e di un “Messia” che ricomponga i cocci di una cultura oggi sfilacciata e franata nei consensi. Sinistra affossata da un decennio di pensiero dominante di Netanyahu, che per la prima volta è entrato in dirittura d'arrivo ad una campagna elettorale rompendo il passo. 

La ripetizione stantia di cliché già sfruttati, gli asfissianti canoni della propaganda sovranista, hanno incontrato qualche inciampo di troppo. I proclami di allarme per il nucleare iraniano, l'annessione della Cisgiordania - non tutta ma una porzione, a ridosso del Giordano e del Mar Morto –, l'esibire le potenti amicizie, da Trump a Putin, il gridare al complotto che lo perseguita (ordito da arabi, sinistra, stampa e magistratura) sono tutti anatemi abusati abbondantemente dalla retorica narrativa di Netanyahu e dalla destra populista. Le certezze invece sono che Trump pensa ad un incontro storico con la controparte iraniana, dopo aver silurato dal suo staff il consigliere John Bolton, preziosissimo a Netanyahu e alla sua visione geopolitica del Medioriente. E che Putin ha bocciato seccamente l'idea di annessione parziale di Territori palestinesi occupati.

Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

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