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Politica mercoledì 13 aprile 2022 ore 18:00

Base militare a Coltano, le posizioni politiche

Il ministro Guerini durante una visita a Pisa

Anche il Pd, a cominciare dal segretario nazionale Enrico Letta, si dice contrario alla base militare in Coltano. Non mancano però i distinguo



PISA — Tutto è cominciato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm con cui il governo "facilita" la realizzazione di una base militare in zona Coltano, su 70 ettari all'interno del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, in grado di ospitare i carabinieri del Gruppo di Intervento Speciale (Gis), il 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania” ed il Centro Cinofili dell'Arma. La prima presa di posizione è arrivata da Diritti in Comune, contrari al progetto, il cui consigliere comunale Ciccio Auletta ancora ieri ha parlato di "vicenda paradossale", non spiegandosi come tutto sia venuto alla luce all'improvviso e che nessuno, fra Comune di Pisa, Regione Toscana e Ente Parco, ne fosse a conoscenza.

Un documento in particolare, datato Aprile 2021, dimostrerebbe però che il progetto era ben noto in certi uffici almeno già da un anno, con l'Ente Parco che inviava alcuni elaborati della Difesa, comprensivi di quadro economico, alla Regione Toscana.

Fatto sta che tutti i partiti hanno preso posizione soltanto in questi giorni, in gran parte esprimendo contrarietà al progetto, pur con qualche distinzione interna. Nel Partito democratico, ad esempio, il "no" alla base militare è arrivato direttamente dal segretario nazionale, il pisano Enrico Letta, sebbene al dicastero della Difesa sieda un esponente Pd, Lorenzo Guerini. Situazione simile nella Lega, con la viceministra Stefania Pucciarelli che ha ribadito la volontà della Difesa di realizzare la base a Coltano, mentre il sindaco di Pisa Michele Conti si è detto "contrario a quel tipo di intervento nelle dimensioni annunciate", che appare "calato dall'alto" senza il necessario e dovuto coinvolgimento del territorio.

In Regione Toscana, il no del Pd si è tradotto in una mozione che chiede alla Giunta di avviare un confronto con l’esecutivo nazionale, Ministero della Difesa e autorità militari. Per il consigliere Andrea Pieroni si tratta di un "progetto da scongiurare", essendo stati "sottovalutati rischi ambientali e ruolo delle istituzioni locali". Mentre per la capogruppo del Movimento 5 Stelle Irene Galletti, che ha presentato un'altra mozione, "la Regione deve farsi sentire dal Governo e rinegoziare una nuova posizione per la struttura militare, lontana dal Parco, secondo un percorso che possa essere condiviso a livello locale". 

In Regione anche una mozione della Lega, “in piena sintonia col Sindaco di Pisa". "Riteniamo sia doveroso un intervento diretto della Regione - ha detto la consigliera regionale Elena Meini -, non ritenendo idonea tale scelta che potrebbe avere un deleterio impatto ambientale, e chiediamo alla Giunta di esprimere nei confronti del Governo la propria chiara contrarietà, circa la possibile costruzione della predetta struttura. Parimenti, chiediamo di sollecitare un’attenta valutazione in merito alla scelta d’ipotesi alternative alla presente".

Tornando da Firenze a Pisa, e ancora al Pd, il gruppo consiliare si è visto ieri bocciare la discussione di un ordine del giorno teso a impegnare Comune di Pisa e Regione Toscana contro "la previsione di una cementificazione imponente nel Parco", "già di per sé sbagliata nel merito" e sbagliata anche nel metodo, secondo i dem, perché portata avanti "senza alcun percorso partecipativo e tenendo i territori all'oscuro".

"Davanti a una questione così importante - hanno commentato dal Pd pisano -, è increscioso assistere al doppio gioco delle destre che da Roma affermano, tramite la sottosegretaria leghista Pucciarelli, che l'opera si farà e non si intende tornare indietro e poi a Pisa evitano di prendere posizione in consiglio. Troppo facile per il sindaco affermare che abbia appreso della vicenda dalla stampa trincerandosi dietro parecchio improbabili "non sapevo". Il Partito Democratico, con a fianco tutti i cittadini e le organizzazioni, è contrario all'operazione e farà il possibile per fermarla".

Il M5s di Pisa "sostiene sia fondamentale un coro unanime e compatto nella denuncia dello scempio che la realizzazione della base militare in Coltano verrebbe a creare". "Ma occorre andare oltre la denuncia dei numerosi soggetti politici che ormai hanno dichiarato il loro dissenso al progetto - hanno puntualizzato i cinquestelle, proponendo anche una assemblea pubblica -, occorre fare fronte comune con tutte le realtà che hanno una idea sostenibile della gestione del territorio, la salvaguardia dell’ambiente non si fa con gli slogan o gli annunci ridondanti è necessario coinvolgere a 360 gradi tutti i referenti, per fornire una proiezione esatta di quello che comporterebbe la realizzazione del progetto così come è stato proposto".

Più dialogante la posizione di Azione Pisa, secondo cui "non si tratta, in questa sede, di esser contrari alla realizzazione della base, si tratta tuttavia di proporre, laddove non esistano margini per una localizzazione alternativa, quanto meno ipotesi di mitigazione degli impatti". Così il direttivo provinciale di Azione propone di "aprire a Pisa, tra gli attori coinvolti, un
cantiere di concertazione per l’individuazione delle migliori soluzioni possibili che coniughino le necessità di interesse per la sicurezza nazionale e la concreta ispirazione, anche nel caso di infrastrutture del tipo di quella in questione, ai concetti della transizione ecologica. Alla fine, se ne avvantaggerebbero tutti, senza erigere barricate: cittadini, istituzioni, trasparenza e concretezza della politica, oltre che l’ambiente".

Maurizio Nerini, consigliere di Fratelli d'Italia, non ha risparmiato critiche al Pd, richiamando alla memoria il Progetto Caserme. "Non si era fatto i conti con l'oste, cioè il Ministero della Difesa, oggi a guida Pd - ha scritto Nerini -, che non ha mai mollato la presa sulla caserma Bechi-Luserna e che è sponsor della cittadella militare a Coltano. E il Pd pisano non trova di meglio di andare contro se stesso, magari col discorso puerile “era meglio Ospedaletto” non rendendosi nemmeno conto delle variate necessità della città". "Del resto è da tempo che a differenza dei verdi che gratta gratta sono solo rossi - ha aggiunto il consigliere comunale di Fdi -, Noi diciamo dati alla mano che il Parco a sud dell'Arno, fatta eccezione dei alcune zone ben individuate da preservare, non ha ragione di esistere così altamente antropizzato come è e ben venga la soluzione che libererebbe ancora altri spazi nella nostra città. Questa è la compensazione che riteniamo opportuna e che pensiamo di avere la forza contrattuale di ottenere".

Sempre da Fdi, il consigliere regionale Diego Petrucci chiede con una interrogazione che il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani chiarisca se era a conoscenza o meno del progetto. “Costituirebbe un gravissimo precedente - ha detto Petrucci -, se fosse vero che il presidente Giani è a conoscenza da un anno del progetto e del quadro economico della nuova base militare di Coltano. Il governatore della Toscana avrebbe quindi mentito ai suoi cittadini, visto che ieri si era riservato di approfondire la questione prima di dare una valutazione sull’iniziativa del Ministero della Difesa". "Aggirare completamente le istituzioni del territorio e la popolazione in una decisione così cruciale - ha aggiunto il consigliere di Fratelli d'Italia -, è una vera e propria derisione degli enti locali da parte del Governo Draghi. Ci auguriamo che i fondi del PNRR non arrivino tutti con queste modalità”.

L'assessora regionale Alessandra Nardini (Pd), condividendo la posizione del Pd pisano, auspica un dialogo con il Ministero per trovare alla base militare una diversa collocazione. "A chi, a destra e sinistra, usa questa vicenda per polemizzare incredibilmente contro il Pd - ha aggiunto Nardini -, o per strumentalità elettorale o per paura di perdere l'esclusiva sulle battaglie ambientali, mi sento di consigliare di fare uno sforzo di unità nell'interesse del territorio. Tra tutti, gli esponenti della Lega, e l’Onorevole Ziello in primis, dovrebbero avere maggiore prudenza nel fare i paladini di Coltano: se fosse stato per loro nel 2011 ci sarebbe stata una tendopoli che aveva tutta l'aria di un Cie, Centro di Identificazione ed Espulsione. Se non è accaduto è per la mobilitazione popolare, sostenuta dal Centrosinistra, che ha fermato quel piano dell'allora Ministro Maroni. E ancora nel 2019, quando l'ex Sindaca di Cascina Susanna Ceccardi si guardava bene dall'opporsi a Matteo Salvini, contro l'ipotesi di un CPR a Coltano, un Centro di Permanenza per il Rimpatrio, tentando di stravolgere, ancora una volta, il modello di accoglienza toscano. Se Ziello ha dimenticato, le coltanesi e i coltantesi sono sicura di no".

"È evidente - aveva commentato il deputato Edoardo Ziello (Lega) - che il progetto del Ministero della Difesa - voluto dall’attuale ministro del Pd, Lorenzo Guerini -, non può essere compatibile con qualsivoglia sensibilità ambientale. Non possiamo accettare l’installazione di una vera e propria cittadella militare nel cuore della biodiversità costiera. Il Parco di San Rossore non è un posticino da occupare con strutture militari attraverso decisioni romane assunte con la tecnica superficiale ‘della pedina sulla cartina geografica’. Ci vuole la leale collaborazione tra istituzioni, principio che finora non ha trovato attuazione. Il territorio non può accettare imposizioni dall’alto e il partito democratico ha delle gravi responsabilità, poiché esprime il Ministro della Difesa che è anche un loro capo corrente. Il Pd continua a prendere in giro le pisane e i pisani: da un lato afferma di essere contrario al progetto, trascinando anche il segretario, Enrico Letta, ma dall’altro non ferma l’operazione del ministro Guerini, cercando di scaricare - indegnamente - la palla addosso al sindaco di Pisa, Michele Conti, che oltre ad essere contrario al progetto, non ha alcuna responsabilità".

“Ho letto in queste ore le dichiarazioni con cui il Pd, il M5S e la Lega hanno annunciato la propria contrarietà alla costruzione della base militare nel territorio di Pisa - queste le parole del pisano Nicola Fratoianni, deputato e segretario nazionale di Sinistra Italiana -. Le nostre denunce, quelle delle associazioni ambientaliste e della Cgil di questi giorni non erano campate per aria evidentemente. Ora ci aspettiamo da queste forze di maggioranza atti utili a determinare il ritiro del Dpcm del governo Draghi che ne prevede la realizzazione". “Pensare che i soldi del Pnrr, pensato per avviare il rilancio del Paese e una transizione ecologica della nostra società, debbano essere utilizzati per costruire una base militare - ha aggiunto il leader di Si -, e che peraltro viene imposta saltando tutte le procedure di controllo e di coinvolgimento democratico, è una vicenda che grida vendetta”.

Rifondazione Comunista Pisa e Una città in comune, infine, hanno convocato una assemblea pubblica per dire no al nuovo insediamento militare, incontro che si terrà alle 21 di martedì 19 Aprile al circolo Arci di Coltano. Altre iniziative contro la nuova base sono promosse da Potere al Popolo e Usb Pisa, mentre su Change.org è stata avviata una raccolta di firme: oltre 20mila quelle raccolte in poche ore.


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