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Attualità venerdì 25 luglio 2025 ore 12:30

Sant’Anna in Tanzania per neonati fragili

A Iringa un corso per salvare vite con la ventilazione manuale neonatale, grazie al simulatore sviluppato dal team pisano.



PISA — Un dispositivo semplice, portatile e realistico. Un simulatore capace di replicare le condizioni fisiologiche di un neonato e insegnare agli operatori sanitari a intervenire in emergenza. È questo il cuore dell’attività formativa organizzata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa nella città di Iringa, in Tanzania, dove si è svolto un corso sulla ventilazione manuale neonatale che ha coinvolto decine di operatori e studenti.

Il progetto rientra in Africa Connect, l’iniziativa promossa dall’Ateneo pisano per unire ricerca e formazione con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo inclusivo e sostenibile del continente africano. Il simulatore, sviluppato dal laboratorio di Chirurgia Robotica della Professoressa Arianna Menciassi nell’ambito del progetto PRISMA, è stato testato sul campo con l’obiettivo di valutarne l’efficacia didattica.

Il corso, durato quattro giorni, ha coinvolto 41 studenti e 37 operatori sanitari in sessioni teoriche e pratiche. La formazione è stata condotta da Sabina Maglio e Davide Mocellin, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna, insieme a Martina Borellini (CUAMM) e alle dottoresse Mary-Winnie Nanyaro ed Elizabeth Shayo del National Institute for Medical Research.

Il simulatore riproduce in modo realistico l’anatomia e la fisiologia di un neonato durante la ventilazione. “All’interno del torace – ha spiegato il team – modelli meccanici dei polmoni e dello stomaco simulano i movimenti fisiologici naturali, come il sollevamento del torace durante una ventilazione efficace, oppure quello dell’addome in caso di ventilazione errata”.

Il sistema è dotato di sensori avanzati per monitorare flusso d’aria, pressione polmonare, pressione gastrica e frequenza di ventilazione, restituendo un feedback immediato anche tramite un’app per smartphone. Un approccio semplice ma innovativo, pensato per rispondere alla carenza di personale specializzato in molte aree rurali del continente africano.

“Questa nuova tipologia di simulatori – si legge nella nota della Scuola Sant’Anna – ha il potenziale di supportare il miglioramento delle cure sanitarie nei paesi africani, soprattutto nelle zone dove la mancanza di risorse limita l’accesso a cure qualificate per madri e neonati”.


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