La quiete prima
di Marco Celati - mercoledì 08 agosto 2018 ore 14:37
A volte penso che la vita sia sbagliata e che un bel giorno ce ne andremo via, io te, da qualche parte, in un paese straniero. Ma poi non so più chi sono io, né chi sei tu.
Allora chiudo gli occhi ed è come quando i miei genitori mi portavano al mare, le poche volte che successe e l’ultima, dolorosa, che la mamma stava già male. Siamo stati orfani presto. Si viene su con un senso di perdita, di privazione. Ci si attacca alle cose o ce ne freghiamo. Io tenevo tutto in confusione, ma era un disordine regolato con maniacale disposizione: a volte penso che le cose soffrano a non stare al loro posto.
Mi ricordo quella lunga camminata nel bosco che poi si arrivava al mare. Il mare, quando lo vedi, sembra sempre la prima volta. Così ci appare, misterioso e insondabile. Sia che lambisca calmo la spiaggia o che percuota con furia la costa, dando al vento una forma e una voce. Il mare riduce ad isola ogni terra che collega e forse anche noi. La sua forza è quella di un temporale estivo, la sua tristezza è d’inverno.
Brontola il tuono e si aspetta la tempesta, la bufera. Cadrà la pioggia, laverà e rinfrescherà la terra, le piante, le strade, ogni cosa e anche noi. La campana chiama i fedeli, rintoccando le ore. Le auto si trascinano in strada e corre il treno lungo la ferrovia.
Forse siamo su quel treno e ce ne stiamo andando sfidando il fortunale, per sfuggirgli. Scenderemo alla stazione di una città meno ostile, dove non ci conoscono, dove non siamo nessuno, come tutti. Dove non abbiamo ricordi, ma solo futuro. E lì cercheremo una casa e una vita qualunque che assomigli alla nostra e vivremo di nuovo. Altro tempo si appresta.
Invece resteremo qui, per sempre o per il tempo che ci è dato. E passeranno auto e treni. E la campana suonerà per la Messa e le ore. E la bufera e altro arriverà e se ne andrà. E il mare lontano si muoverà e sarà calmo. E sarà questa la vita. Aspettare il temporale dopo il tuono e dopo il tuono il lampo o la saetta. Dopo il dolore l’amore e dopo l’amore altro amore e ancora dolore e poi più niente.
Si è fatto grigio il cielo, ora è il momento che precipiti la tempesta, squarci il fulmine l’aria, percuota il tuono. Poi tornerà l’azzurro, il sereno e farà caldo ancora e ancora di più. Gli uccelli si daranno la voce e sarà un battito d’ali. È nella natura delle cose assecondarne il corso, nonostante noi.
Vorrei dirti che sono ancora qui ad affrontare il tempo e perdere la partita. E che tu lo sapessi. Niente è stato invano e tutto lo è. Ma non vuol dire. È nella natura dell’uomo contrastare il corso degli eventi, la vita e i suoi errori. E poi arrendersi alla fine. D’altronde che possiamo fare di più giusto e sbagliato della vita.
Pontedera, Luglio 2018
Marco Celati