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venerdì 13 dicembre 2024

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

​Uomini & rettili - The beginning

di Marco Celati - mercoledì 27 gennaio 2016 ore 10:44

ADAMO, EVA E LA SERPE BOTRACCIA

Il Signore Iddio creò il cielo, la terra, la luce, la notte, le stelle, le acque, le piante e gli animali. Non necessariamente in quest'ordine, specie colle bestie era andato un po' random, come gli veniva: dopotutto era un creativo. Di più: un creatore! Poi, forse sentendosi solo e per finire in bellezza, con un po' di creta, plasmò l'uomo a sua immagine e somiglianza e gli diede anche vita. Lo chiamò Adamo, il primo uomo. E, con tutto rispetto per l'immagine e somiglianza di Nostro Signore, se davvero si viene da un pezzo di mota... Ma insomma, non contento di questo capolavoro, pensando che a Lui poteva pure bastare, ma anche l'uomo si sarebbe sentito solo, lo addormentò, non si sa come gli tolse una costola, forse due per simmetria se no rimaneva offeso, e con quelle fece la donna. E, già che c'era, la fece anche discreta. La chiamò Eva, la prima donna. Bella la mia costola, pensò Adamo al risveglio. Alla fine dell'operazione Dio si compiacque: gli era venuto tutto benino e anche alla svelta. Infatti fece tutto questo po' po' di lavoro in una settimanetta scarsa, perché il settimo giorno gli ci incastrò pure riposarsi. Ma Lui, teorie darwiniane a parte, era Dio, un Padreterno, anzi il Padreterno, secondo le religioni monoteiste. E fin qui tutto ok, tutto perfetto, il resto com'è noto si sciupò da se'. Ma procediamo con ordine.

Dio mise Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, un posto meraviglioso, un vero e proprio Eden, una specie di parco tematico ecologico, a gratis e nemmeno tanto affollato come Mirabilandia: erano due soli! Forse Adamo avrà pensato: dov'è la fregatura? Ma invece il Signore lasciò liberi i nostri due eroi, che aveva creato senza malizia, di fare tutto quello che volevano, di godere a loro piacimento di quel paradiso. E alla parola godere ad Adamo, ma anche ad Eva, si sarà accesa una lampadina, pur non essendo ancora stata inventata, insomma sarà venuta un'illuminante e piacevole idea. Ma "quello" sarà mica proibito? No, macché, loro erano puri, il libero amore era consentito e penso che, dopo una fase di timidezze reciproche, presentazioni e approcci, ci avranno dato dentro. Certo non prima di aver goduto anche delle risorse di quella, fino ad allora incontaminata, paradisiaca natura. Come si è detto un paradiso in terra. Solo c'era una cosa. Una pianta, una specie di albero della vita, tipo Expo di Milano, ma più naturale: l'albero della conoscenza del bene e del male. Che poi pare fosse un melo e avrà fatto anche delle belle mele! In latino, guarda caso, mela sarebbe stata "malum"... Allora era proprio un melo. Magari bisognerebbe vedere se prima viene la cosa o il nome, ma lasciamo perdere: queste dispute nominaliste riserviamole ai filosofi e ad Umberto Eco, tanto verrano molto tempo dopo.

Il Signore chiamò a se' Adamo ed Eva e disse loro che di quella pianta non dovevano cogliere il frutto, era proibito! Mi pareva, pensò Adamo e forse lo dette anche a vedere, Eva fu più accorta, nonostante fosse una prima donna. Il Signore però fu irremovibile: quel frutto era proibito, non dovevano mangiarne o sarebbero stati guai. E va be', pensò Adamo, del resto qui si può fare e godere di tutto, una proibizione non sarà mica la fine del mondo. Peccato però è poi chissà perché proprio l'albero della conoscenza. Ma lasciamo perdere. E riprese la sua vita e il suo godimento, un po' routinario ormai, ma assicurato: con tutto quel bendiddio! Tutto del resto era splendido e piacevole, non c'erano fatica, né dolore, né morte. Solo la felicità che rendeva sopportabile la prospettiva dell'eternità.

Eva invece era più inquieta, trasgressiva, si direbbe, e da un po' aveva preso a frequentare un tipaccio, un certo serpente, una serpe botraccia che non aveva un bell'aspetto e prediligeva i bassi fondi, i fossi ed i botri, da qui il nome. Chissà perché, ma tutti i gusti sono gusti e del resto questo era il creato e a quel tempo fra uomini e bestie era tutta un'altra storia. E anche fra serpenti, arboricoli e no, il rapporto era più sciolto. La serpe non ragionava poi tanto male, secondo Eva: e perché il frutto proibito? Perché non consentire la conoscenza del bene e del male? C'entra qualcosa il libero arbitrio? Senza conoscenza si resterà condannati per caso e per sempre in questo paradiso artificiale e primitivo, come una specie di reality senza fine? Senza conoscenza non c'è evoluzione. Ma cos'è l'evoluzione, per non parlare del reality? Forse se mangiamo il frutto diventiamo come Dio, il nostro Signore e padrone, uguali a Lui...

Il serpente inculcava questi dubbi nella vergine mente di Eva: era abile, strisciante e sinuoso nell'avanzare il suo ragionamento, a spirali, potremmo dire. Non a caso alcune religioni pagane avrebbero adorato un dio serpente: ci sarà un motivo... Eva si lasciava tentare, l'eterno femminino così si è tramandato: tentata e tentatrice. Femme fatale, per dirla in francese, nella Babele dei linguaggi. Un bel giorno, parlò con Adamo e le ci volle poco a convincere quell'uomo così semplice e primitivo.

Il serpente, che è uno che la sa lunga, mi ha detto che se si mangia il frutto proibito, non succede niente di male, si conoscono più cose, forse si diventa pure divinità celesti, così si va a fare un bel giro per l'universo e ci divertiamo anche noi a scatenare altri big bang.

Ma, quella serpe botraccia! Brutta come il peccato, già ma cos'è il peccato? Insomma Eva, sei proprio sicura?

Mangia e chetati Adamo, sono stufa delle tue dormite sotto il pero.

E gli porse il frutto, la mela, il "malum", come gli aveva detto il serpente e anche lei ne mangiò.

Buona! Disse Adamo al primo morso. Da qui forse il "bonus malus".

Che ti avevo detto? Fece Eva E ora vediamo un po': che succederà mai..!

Non fece in tempo a finire la frase che la voce tonante di Dio si fece sentire e si capì subito che non era cosa. Era incavolato nero.

Ragazzi, tuonò il Principale, ve l'avevo detto: tutto sì, ma quel frutto no. Non c'è mai verso di ottenere il rispetto delle regole, sembra di essere in Italia! Ma che ne sapete voi dell'Italia?! Vi avevo voluto preservare dalle incombenze tragiche del mondo, dalle guerre, dalla fame e dalla sete, dalle complessità della vita e della morte, del bene e del male, dell'amore e dell'odio, dandovi solo la vita, il bene e l'amore. Peggio per voi! L'avete voluta la bicicletta? Ora pedalate! Ma che ne sapete voi della bicicletta?!

Non disse proprio così secondo la Genesi, ma il senso fu quello, purtroppo.Adamo ed Eva non conoscevano l'Italia, però un po' all'italiana, ma tutto il mondo è paese, il coraggioso Adamo dette colpa alla porca Eva che dette colpa all'infido serpente che se la prese, la colpa, non potendola dare alla mela, pur se detta "malum".Del resto, quel diavolo di un serpe, era proprio ciò che voleva.

Tu, donna, partorirai con gran dolore e tu, uomo, lavorerai con gran sudore. Così vedrai come è bassa la terra! E ce ne fu anche per il serpente. E tu, serpe -velenosa non lo disse, ma forse lo pensò, infatti alcune specie lo sono- striscerai sempre per terra, la stirpe di Eva, ti temerà e ti schiaccerà la testa e tu, al più al più per difesa, sei pur sempre una mia creatura, le morderai il calcagno. E ora andatevene, levatevi di torno.

E lì scacciò dal paradiso terrestre, li mandò via a moltiplicarsi quaggiù e li avrebbe anche mandati a... Ma era Dio e si riguardò. E fu così che divenimmo una stirpe mortale e vennero Caino & Abele con quel che ne segue. Parenti, serpenti, guarda caso. E vennero cose orribili, ma anche meravigliose che l'uomo, dopotutto creato a immagine e somiglianza dell'Onnipotente, sarebbe stato capace di fare: a volte infatti in un delirio di onnipotenza. Fino ai giorni nostri e oltre, chissà.

E questo è tutto. E tutto per colpa o merito di due scemi e di una serpe botraccia.

Marco Celati

Treggiaia, 20 Gennaio 2016

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Lo spunto della "serpe botraccia", alla base di questo racconto, si deve a Ivanoe Mencacci. Il racconto si aggiunge alla trilogia "Uomini & Rettili" e ne spiega l'inizio, le origini, creando una "quadrilogia", pietra miliare della letteratura italiana. Non sono credente, ma spero di non essere stato irrispettoso verso i credenti. Me ne scuso se così fosse recepito il mio narrare dagli incauti e pochi lettori. Non era questa la volontà, anzi. Io non credo, ma spero che se un Dio esiste, uno solo e magari almeno lo stesso per tutti, abbia il senso dello spirito. Se non ce l'ha Lui che è puro spirito, dagli uomini ci si può aspettare assai meno. Tra l'altro sarà passato dal Vecchio al Nuovo Testamento e sarà comprensivo e amorevole e non vendicativo. E non mi incenerirà. Credo.

Marco Celati

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