Relitti
di Marco Celati - giovedì 10 aprile 2025 ore 08:00

Mi piacciono i legni spiaggiati, levigati dal mare, sbiancati dal sole. Raccontano storie di venti e tempeste, di schianti e naufragi, distruzione e resistenza. Hanno navigato alla deriva, lungo le correnti, sulla distesa del mare. E il mare li porta, li trascina, galleggianti, e li abbandona su spiagge o scogliere per l’ultimo approdo. O in attesa di un’altra rapina delle onde che li sollevi e li conduca ancora.
Erano alberi poderosi o gracili, ma ancorati, radicati alla terra, quando la furia di un turbine li ha sorpresi e spezzati. O li ha strappati e travolti la piena di un fiume, consegnandone i rami e il tronco ai marosi, per essere inghiottiti e affidati ai percorsi misteriosi delle rotte marine. E quel che resta è un groviglio contorto o una forma armoniosa che giace, si posa e si offre al paesaggio. Alle rive, ai venti e le piogge, al sole, agli astri notturni. Ed a noi.
Un relitto che ci rende la sua forza ed essenza perduta, una sua consumata bellezza. Ci ricorda che in natura ogni cosa vive ed è presa, che tutto passa, è travolto, trasportato altrove, lontano. Anche inanimato continua, resta presente nel tempo e oltre il tempo. Si trasforma. E tutto questo ci rende simili, ci somiglia. Assomiglia alla vita.
Marco Celati
Pontedera, Aprile 2025
Marco Celati