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venerdì 25 aprile 2025

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​Il palco, l’anello di Frodo e scemo-scemo

di Adolfo Santoro - sabato 22 marzo 2025 ore 11:01

Roberto Vecchioni
Roberto Vecchioni

Caro Roberto Vecchioni,

Ti scrivo mentre leggo che una raffica di tornado si è abbattuta sugli Usa con almeno 35 morti e case devastate nel sud, mentre Trump continua la sua lotta a favore del riscaldamento globale. Ti scrivo mentre leggo che pagheremo direttamente sulle bollette il costo dei piccoli reattori nucleari di Pichetto Fratin, ma leggo anche che, secondo l’Agenzia internazionale dell’Energia, il prezzo dell’elettricità, a cose fatte, resterà elevato e costerà molto di più delle energie rinnovabili (mentre viene propagandata la riduzione del 30-40% delle bollette). Ti scrivo mentre leggo che la cinese Byd ha perfezionato la ricarica delle nuove auto elettriche in soli 5 minuti e mentre l’Italia continua a mettere dazi verso la Byd. Ti scrivo mentre leggo che continua l’aggressione di Trump verso la Groenlandia al fine di sciogliere i ghiacci per trivellarne il terreno.

Mentre succedono nel mondo tutto ciò e tante altre cose, d’altra parte, in Italia i post-futuristi, entusiasti della guerra e sostenuti dai principali media (poco letti e poco visti) sovvenzionati dai fondi Ue, si sono riuniti in una piazza romana, così spontanea da essere pagata dal Sindaco di Roma. Ma che si arruolino volontari in Ucraina! E che non sia una scusa che siano vicini alla morte, come nei casi di Francesco Guccini o Liliana Segre … per lo meno sarà una morte coerente con le premesse di guerra!

Ora ti chiedo: Ma su quel palco c’era un tuo sosia? C’è, infatti, una grande incoerenza col Vecchioni che conosco … quello che cantava:

Fu re Riccardo il primo che salutò la compagnia,

si tolse l'elmo e disse: "tié", ma con cortesia, ma con cortesia.

Era una guerra un po’ del cavolo, mancava un senso, un apriscatole, un’idea,

eppure tutti comandavano a che cosa, non si sa.

Oppure:

Volevo solo vivere la vita, quello era pazzo, sadico e cretino,

ma un giorno finalmente l’ha pagata, e ha finito di fare l’assassino.

Roland è mort, Roland è mort, Roland è mica tanto fort.

Roland è fort, Roland è fort, Roland è finalmente mort.

O anche: Morire per farvi bello il mondo non se ne parla più; le idee, suicidi ed assassini non le contate più.

Ma non eri tu a cantare

I poeti hanno visto la guerra con gli occhi degli altri, che tanto per vivere han perso la pelle.

Così, scrivon piangendo cipolle su barbe profetiche intinte nel vino che pure gli serve.? E anche:

Ho sparato nel profumo delle viole a Waterloo, fra le rose sulla linea Maginot.

Sono stato vecchio ad Alamo, bambino a Maratona; ogni idea, l’ultima, era buona,

ho tradito sempre tutti, tutti mi hanno perdonato, non l’ho fatto, e mi hanno fucilato.

Sembravi addirittura inneggiare alla diserzione:

Salvarsela con un Martini, salvarsela con i cretini,

salvarla quando gira il vento, giurare il falso incrociando le dita. Però salvarsela la vita.

Allonsanfan de la patrie, allonsanfan de la patrie, allonsanfan, allonsanfan de la patrie.

Salvarsela con un ricordo, salvarsela con un ritardo, salvarsela con vigliaccheria,

tradire tutti facendo la spia … però salvarla perché mia.

Poi finalmente ho compreso: il problema è il palco! Perché, diciamo la verità, era una bugia che tu fossi sceso dal palco su cui la generazione prima della tua ti aveva messo da bambino:

Poi quel bambino si voltò e contò le nostalgie, scese dal palco e disse “No, sono cose mie, solamente mie.”

E mentre tutti si aspettavano la giravolta, il salto doppio, la poesia, gridò a chi stava a capotavola
“Stacci attento e fila via!”

Perché adesso Laura ci crede, ci crede, sì, chiude gli occhi e dentro ci vede, adesso, sì.

Non sei mai sceso dal palco! E fin da bambino hai continuato a compiacere gli astanti. 

E un giorno ti dirò "indovina chi è venuto?". Ora sono cresciuto "Guarda: non è bello il mio lupo?".

Eri alla ricerca di un padre, come George Harrison che permise a Eric Clapton (musicalmente più tecnico di lui) di usare sua moglie. Come Leonard Cohen che permise a suo fratello di usare la moglie:

E cosa posso dirti fratello mio, mio assassino. Cosa posso dire?

Immagino che mi manchi, immagino di perdonarti. Sono contento che tu mi abbia intralciato la via.

Se mai passerai di qui, per Jane o per me, bene, il tuo nemico sta dormendo, e la sua donna è libera.

Sì, e grazie, per la preoccupazione che hai tolto ai suoi occhi.

Pensavo che fosse lì per sempre, quindi non ci ho mai provato

E Jane è passata con una ciocca dei tuoi capelli. Ha detto che gliel'hai data tu quella notte in cui avevi pianificato di andare via chiaro. Sei mai stato chiaro?

E così anche tu hai cercato un padre in Francesco Guccini:

E la gente sorride a Venezia, si ricorda di quando passavi

coi pensieri che avevano fretta e le gambe che non le mostravi.

E ricorda che c'era anche un uomo con due occhi di un altro mattino,

perché ti amava, oh se ti amava, quanto di amava!

E hai anche dedicato una canzone a Francesco:

Così dicevi e mi chiedevi: "Professore, dimmi se sono un qualunquista, un uomo ad ore”

Ma, per fortuna, c’era il rimedio … E non c’è niente che non passi con il vino

Eh, sì! Sei rimasto sempre il Ninni di tua madre, il Ninni con il padre affetto da ludopatia:

E una domenica i cavalli, le carte, le scommesse e i sogni vennero a dirmi “Lo lasciamo,

adesso è grande, adesso sai, non ha bisogno più di noi"

Ed io con tutte le parole, che in vita ho scritto, ho pianto e so non li ho convinti a dire di no.

E a volte un po' soprappensiero in qualche foglio, in qualche cielo non riesco a disegnar le stelle,

la voglia di vedere te, soltanto il tempo di un caffè,

e la tua faccia e l'allegria, ma al bar mi dicono che tu sei sempre appena andato via.

Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio. Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio,

che strano sogno voltarsi intorno e non vederti più.

E a volte penso che io e Sergio a dirti ciao quel pomeriggio eravamo un po’ bevuti.

E io tiravo mamma in qua e lui pendeva un po’ di là.

Vabbè, l’ammetto, si è mancato, si è mancato in serietà, l’avresti fatto pure tu.

… La malattia del palco, dicevo! Perché il palco, per i narcisisti, è come l’anello di Frodo, che dà potere a chi ce l’ha e semina sventura e morte a chi gli sta intorno! Vedi a quello che sta capitando alla Cinderella della desolation row, anche lei alla ricerca di un padre che non c’era! Un marito … sparito nel nulla! Dei collaboratori … stanno progressivamente svanendo in tutti i sensi! L’ex-uomo più potente della terra … indementito! Il giullare sulla cui vittoria aveva scommesso … ridicolo! L’uomo più ricco del mondo … perdente! L’attuale uomo più potente della terra … un disastro! La situazione socio-economica-politica … una caserma di poveri a cielo aperto! … Se non fosse per l’anello di Frodo, diresti che porta sfiga!

E il palco, caro Roberto, ti ha fatto dire cose da suprematista culturale europeo, ti ha fatto usare il noi! Nel tuo programma con Gramellini tu ti occupi, da pedante professore, dell’etimo dei sostantivi, mentre sei sordo alle altre parti del discorso: aggettivi, verbi, avverbi, articoli, preposizioni, interiezioni e, soprattutto, pronomi. Il noi è qualcosa che si contrappone al voi e al loro e che trascura l’io, il tu e l’egli/ella/esso. Mi sembra che tu e gli ottuagenari di quella piazza non siate ben ferrati sull’undicesimo comandamento, che in italiano suona Fatti i fatti tuoi, mentre in volgare suona altrimenti. Come il guitto Benigni, che, non potendo diventare presidente alla Zelensky, si limita a fare l’agiografia dei santi di questa Repubblica. O come quello scrittore – a volergli bene lo si chiama scrittore – che ha inanellato una serie di disinvolte falsificazioni della storia: 1) Noi non siamo gente che invade Paesi confinanti! E i 2.500 morti, di cui 89 bambini, coordinate nel 1999 dal governo D’Alema (con vicepremier Mattarella e con ministri Amato, Fassino, Ciampi, Dini, Letta? E le missioni di pace in Iraq, Afghanistan, Libia, Libano, Somalia, Niger? 2) Noi non siamo gente che rade al suolo le città! Già, perché Gaza si è rasa al suolo senza la nostra complicità! 3) Noi non massacriamo e torturiamo civili con gusto sadico! Li massacriamo e torturiamo per procura, come dimostrano Almasri e Al-Kikli (il libico, che può essere arrestato attualmente a Roma)! 4) Noi non deportiamo i bambini usandoli come riscatto! Lo lasciamo fare, per procura, ad Israele, che imprigiona ogni anno circa 600 adolescenti palestinesi! 5) Noi non siamo gente che deporta i clandestini in catene a favore di telecamere! Già, non ci sono telecamere in fondo al Mediterraneo! 6) Noi non tagliamo finanziamenti ad associazioni umanitarie! A meno che non si tratti dell’Unrwa, l’agenzia Onu che soccorre i profughi palestinesi! 7) Noi non neghiamo la scienza. A meno che non si tratti del riscaldamento climatico e delle sue conseguenze! 8) Noi non umiliano in mondovisione il leader di un Paese che combatte per la propria sopravvivenza! E i nostri ex-alleati Gheddafi, Saddam e Bin Laden dove li metti? 9) Ripudiare la guerra non significa essere vigliacchi. Qui gli do ragione: ripudiare la guerra significa, oltre che dire no alla guerra, lottare per il disarmo universale!

Ma per quelli della sinistra AZTL è più facile il pensiero dicotomico – noi vs loro … i buoni vs i cattivi … l’aggressore vs l’aggredito – senza approfondire qualsiasi analisi storica. Vogliono l’economia di guerra, che comporti l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità? Non c’è bisogno: grazie a loro ed ai loro avversari politici siamo già nell’economia di sussistenza con un numero stratosferico di poveri!

Come dici?

Rapidamente venne inverno … Dì qualche cosa di più serio …

Forse qualcosa muore dentro … Dì qualche cosa di più vario …

Se la metti così, scendi dal palco per evitare

E spararono al cantautore in una notte di gioventù, gli spararono per amore per non farlo cantare più,
gli spararono perché era bello ricordarselo com'era prima, alternativo, autoridotto, fuori dall'ottica del sistema (Scemo, scemo!)
.

Anzi, ti dirò di più, scendi giù dalla cattedra per evitare

Han fucilato ieri un professore e tutti i suoi pensieri.

L'esecuzione si è estesa a tutte le vecchie Lucie disoccupate, senza più rami di laghi

o manie di fidanzati coi capponi in mano.

Con facce da studenti ma le divise da carabinieri l'han fatto fuori: sul marciapiedi colavano lente le declinazioni.
E morì bene pensando: "Per oggi non ho lezioni, né correzioni".

Anzi, la cosa migliore che puoi fare è riunirti con Paky & Paky dei Nuovi Angeli e comporre col tuo stile

Donna Felicità non ha l'amore, Donna Felicità lo vuol trovare,

glielo troveremo noi, chi vuole coltivare la sua rosa.

Donna Felicità non ha l'amore, Donna Felicità si sente sola,

l'accompagneremo noi ragazzi a cercare funghi e viole.

Ehi ragazzi, tutti qui, vediamo chi la sposa, sposa.

Scommettiamo che lo so a chi darà la rosa, rosa.

Questa è la tua faccia, con il noi coalizzato contro Donna Felicità … 

Adolfo Santoro

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