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domenica 03 novembre 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​Appuntamenti violenti in adolescenza e femminicidi

di Adolfo Santoro - sabato 23 settembre 2023 ore 08:00

Foto di: rawpixel.com

La violenza nelle relazioni di coppia (dating relational violence o VDR) è definita come qualsiasi comportamento violento psicologico, fisico o sessuale, incluso il bullismo, diretto verso un partner romantico. I fatti di cronaca portano a credere che la violenza e l’abuso nelle relazioni riguardi soprattutto gli adulti, ma, in realtà, riguarda soprattutto la popolazione più giovane, anche perché chi da giovane non ha perso il vizio del possesso da adulto cambierà il pelo, ma non il vizio.

Il fenomeno VDR è molto ampio e comprende molteplici tipologie di abusi esercitati e subiti: abuso relazionale (ogni atto compiuto per umiliare socialmente o isolare la vittima), verbale (ogni tipo di manipolazione o aggressione mediante il linguaggio), psicologico (ogni tipo di manipolazione destinata a umiliare e minare l’autostima della vittima, in pubblico o privato), fisico (l’uso della forza fisica per infliggere dolore o sofferenza) e sessuale (ogni atto sessuale non desiderato, compresi i commenti di natura sessuale).

Il fenomeno VDR avviene all’interno del “dating”, cioè degli “appuntamenti”. L’esperienza dei femminicidi ci ha fatto conoscere che la violenza letale avviene, oltre che nelle imboscate di uno stalker, dopo l’”ultimo appuntamento”, richiesto dall’assassino: l’”ultimo appuntamento” è l’esito finale di altri appuntamenti, in cui l’assassino è riuscito a stabilire il controllo sulla vittima dando ragione alla propria gelosia, basata sul possesso dell’altro; rientra in un’escalation ciclica di violenza, ben descritta da Lenore Walker: l’aggressore percepisce una generale tensione, ma proietta nella vittima la causa della sua incontrollabile frustrazione, mentre la vittima, che non sa prendere coscienza del pericolo o non lo percepisce come altamente rischioso, cerca di minimizzare la situazione. Ma il ciclo ha avuto origine già prima dell’incontro dell’aggressore e della vittima: entrambi hanno imparato, all’interno della propria cultura d’origine e della propria famiglia, che “amore vuol dir gelosia”, vuol dire - cioè - “possesso dell’altro” e che nell’amore è lecito tutto, anche la rabbia e l’uso della violenza, se sono vissute e agite “per amore”.

Il “Modello ecosistemico per spiegare e prevenire la violenza”, elaborato in base alla visione di Egger, individua, infatti, quattro ambiti che originano la violenza:

- individuo: esperienze di violenza nell’infanzia, comportamento antisociale o criminale al di fuori della coppia, consumo di alcol/droga, stress e strategie di gestione dello stress;

- coppia: disparità del potere nella coppia, comportamenti di dominio e controllo, conflitti nella coppia e strategie di gestione dei conflitti;

- comunità: isolamento sociale della coppia, mancanza di sostegno sociale alle vittime, approvazione e tolleranza della violenza da parte della società;

- società: percezione rigida dei ruoli di genere e sterotipi di genere, disparità tra donne e uomini nei vari ambiti della società, tolleranza della violenza nei rapporti di coppia e banalizzazione della violenza, approvazione della violenza come strumento per risolvere i conflitti.

Questo modello non è però esaustivo se non si tiene presente che l’escalation è agita da entrambi i partner, che, all’interno della logica del possesso e della gelosia, cercano di sopraffare l’altro marcando il proprio territorio, che include l’altro come oggetto del proprio potere.

L’abuso nella popolazione giovane adulta e adolescente è bidirezionale: sia gli uomini che le donne sono sia vittime che aggressori. Una revisione sistematica condotta nel 2017 su una popolazione di giovani adulti e adolescenti ha concluso che gli abusi fisici inflitti variavano tra il 3,8% e il 41,9% per le donne e tra il 7,7% e il 40,3% per gli uomini. Nel caso degli uomini, la percentuale di coloro che subiscono abusi fisici è compresa tra lo 0,4% e il 57,3%, e tra l’1,2% e il 41,2% per le donne; l’abuso psicologico esercitato è compreso tra il 4,2% e il 97% per le donne e tra il 4,3% e il 95,3% per gli uomini; e l’abuso psicologico subito è risultato compreso tra l’8,5% e il 95,5% per gli uomini e tra il 9,3% e il 95,5% per le donne. Nel 2021, uno studio di ricerca congiunto condotto da diversi paesi membri dell’Unione europea ha rilevato che in un campione di adolescenti tra 13 e 16 anni il 34,1% delle ragazze e il 26,7% dei ragazzi erano vittime di VDR. Uno studio spagnolo del 2019 ha trovato che, in un campione di giovani spagnoli, il 91,5% si è identificato come aggressore nelle proprie relazioni e l’88,6% ha dichiarato di essere stato vittima di tali aggressioni.

Uno dei principali fattori di rischio associati alla sofferenza della VDR nelle fasi successive della vita è averla subita nelle prime fasi della vita, compresa l’infanzia o l’adolescenza. Inoltre, la sofferenza della VDR nelle fasi adolescenziali è direttamente associata a una maggiore perpetrazione e vittimizzazione di tipi di abuso più gravi in età adulta o giovane adulta. La VDR è stata anche identificata come un importante fattore di rischio associato a gravi problemi di salute come depressione, ansia e consumo di droghe, pratiche sessuali senza protezione, suicidio ed omicidio.

Questa è la forma breve dell’inventario delle relazioni di appuntamento adolescenziali (Adolescent Dating Relationships Inventory o CADRI):

Fattore 1: abuso fisico

“Ho preso a calci, ho colpito o ho preso a pugni il mio partner”

“Ho schiaffeggiato o ho tirato i capelli del mio partner”

Fattore 2: comportamento minaccioso

“Ho minacciato di far male al mio partner”

“Ho minacciato di colpirlo o di lanciare qualcosa sul mio partner”

Fattore 3: abuso sessuale

“Ho toccato sessualmente il mio partner quando non voleva”

“Ho forzato sessualmente il mio partner quando non voleva”

Fattore 4: abuso relazionale

“Ho detto cose agli amici del mio partner su di lui per provare a rigirarli contro di lui”

“Ho sparlato del mio partner”

Fattore 5: abuso verbale/emozionale

“Ho parlato al mio partner con tono di voce ostile o sprezzante”

“Ho insultato il mio partner con critiche”.

Altri items dell’abuso fisico erano: “Gli ho lanciato qualcosa”, “L’ho spinto, spintonato o scosso”.

Altri items del comportamento minaccioso erano: “Ho distrutto o minacciato di distruggere qualcosa che per lui aveva valore”, “Ho cercato di spaventarlo di proposito”.

Un altro item dell’abuso sessuale era: “L’ho baciato quando lui non voleva che lo facessi”.

Un altro item dell’aggressività relazionale era: “Ho provato a mettere i miei amici contro di lui”.

Altri items dell’abuso emotivo verbale erano: “Ho fatto qualcosa per farlo ingelosire”, “Ho accennato a qualcosa di brutto che lui aveva fatto in passato”, “Ho detto delle cose solo per farlo arrabbiare”, “L’ho preso in giro davanti ad altri”, “Ho tenuto traccia di con chi era e dove era”, “Durante una discussione, l’ho incolpato del problema”, “L’ho accusato di flirtare con un'altra ragazza o ragazzo”, “Ho minacciato di interrompere la relazione”.

L’abuso più comunemente esercitato e subito è l’abuso verbale-emotivo, seguito dall’abuso relazionale e dall’abuso fisico. Sebbene il VDR sia un fenomeno bidirezionale, in cui sia le donne che gli uomini esercitano e subiscono diversi tipi di abuso, i dati forniti dall’Agenzia europea e molte recenti pubblicazioni sull’argomento sottolineano che gli uomini tendono a esercitare forme di abuso più gravi nelle relazioni di coppia, come grave abuso fisico, abuso sessuale o omicidio: gli uomini tenderebbero ad essere meno tolleranti all’abuso nelle sue molteplici forme e ad identificarsi più come vittime che come aggressori. La maggior parte degli atti di abuso identificati e descritti come esercitati dalle donne consistevano in un abuso psicologico o in un abuso fisico leggero o in atti di autodifesa contro le aggressioni esercitate dagli uomini.

Le donne tendono a dichiarare, nei questionari autosomministrati, di aver esercitato più VDR rispetto agli uomini rispetto all’abuso fisico e relazionale, ma questa tendenza potrebbe esprimere sia la maggiore consapevolezza del problema da parte delle donne, sia la tendenza all’autoindulgenza degli uomini. I questionari autosomministrati, come CADRI, non sono, inoltre, in grado di identificare se gli atti abusivi commessi dalle donne siano una risposta ad una precedente aggressione e non discriminano la gravità delle aggressioni: essi vanno integrati con interviste strutturate o semistrutturate e con i dati sulle cure ricevute dalla vittima presso ospedperciòali e servizi extraospedalieri.

Vedremo nei prossimi post di questo blog l’importanza della cyber-violenza e di quello che la scuola potrebbe fare per contrastare il fenomeno della VDR.

Adolfo Santoro

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