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martedì 19 marzo 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

DIZIONARIO MINIMO: Quei giorni - Seconda parte

di Libero Venturi - domenica 05 agosto 2018 ore 08:50

Quei giorni dei saldi che accompagni la signora a fare shopping: è roba di vestiario e non puoi dare consigli, fare osservazioni o dichiarazioni di sorta perché tutto quello che dici, persino quello che pensi se lo dai a vedere, potrebbe essere usato contro di te. D’altronde se è la zanzara femmina quella che pinza, ci sarà un perché.

Uno di quei giorni che ciclicamente rivelano e ricordano che la donna, astenersi perditempo, è fertile e, specie se non arrivano, portatrice di vita. E, quando invece vengono, meglio stare alla larga, che l’uomo non è attrezzato per simili tempeste ormonali e ne verrebbe fatalmente travolto, essendo sostanzialmente buono a nulla, a una sega si direbbe volgarmente, se non per un minuscolo seme che, quando non sparso a caso o, appunto, inutilmente, avrebbe pure la sua importanza. E quando quei giorni ciclici cesseranno definitivamente di apparire, con la cosiddetta menopausa, che non è affatto una pausa, allora sì che è bene stare alla larga, semmai assecondare, non contraddire, troncare, sopire per consentire un’accettabile sopravvivenza al rapporto di coppia. Fino a che, pure nell’uomo, non sopraggiungerà la cosiddetta andropausa, anche per lui niente affatto una pausa, a risolvere definitivamente la questione con un’avvilente, rassegnata, quanto rassicurante pace dei sensi. E amen.

Uno di quei giorni che ti prende la malinconia che fino a sera non ti lascia più. La mia fede è troppo scossa ormai, ma prego e penso fra di me: proviamo anche con Dio, non si sa mai. E non c'è niente di più triste in giornate come queste che ricordare la felicità, sapendo già che è inutile ripetere "chissà”? Domani è un altro giorno, si vedrà. E domani è un altro di quei giorni che ti riprende la malinconia e anche il buon Dio dice basta, a parte che spesso e volentieri, nonché gratuitamente, mi bestemmi, ma, come si dice? Aiutati che Dio ti aiuta, figlio mio! Bella canzone, però.

Quei giorni che attraversi la campagna toscana e vedi le distese di girasole e i cespugli della ginestra che fioriscono sulla collina e ti commuovi e pensi che la natura, Van Gogh e Leopardi sono ciò che di più bello all’uomo sia mai capitato. Anche se Van Gogh, a orecchio, e specialmente Leopardi sulla natura c’avrebbero da ridire.

Quel giorno d’estate che vai al mare o da qualche parte in auto e magari pensi di essere in ritardo sulla tabella di marcia e prendi la superstrada perché così si fa prima e all’improvviso trovi una fila segnalata di 9 chilometri per lavori in corso e lo dovresti sapere che i lavori sulla superstrada sono sempre in corso d’estate con una fila segnalata di 9 chilometri. Lo fanno apposta perché sanno che d’estate la gente va al mare o da qualche parte in auto e tutti pensano di essere in ritardo sulla tabella di marcia. Per diminuire la velocità, magari non il traffico, ci sono gli autovelox, ma non c’è niente di meglio dei lavori in corso. Del resto stanno lavorando per noi. E i lavori in corso consistono in una serie di birilli che sembra di essere al bowling, solo che in questo caso i birilli sono messi in fila per lungo e sono parecchi di più, si estendono per chilometri e non si possono stendere, ne va della sicurezza dei lavoratori. La doppia fila delle auto scorre lentamente e funziona così: se ti metti a destra scorre di più la corsia di sinistra e viceversa, l’importante è che, una volta fatto lo slalom tra le auto, quando devi entrare nella corsia unica, all’inizio dei birilli, tu sia sempre dalla parte sbagliata. Ma arrivarci all’inizio dei birilli! Poi, quando finalmente ci arrivi, si scorre in fila indiana per qualche altro chilometro e ci si chiede dove e quali siano i lavori in corso e relativi lavoratori. E si danno genericamente due casi: o, pur annunciati dalla cartellonistica stradale, lavori e lavoratori non ci sono proprio, sicuramente ci saranno, ma ora sono in pausa, macchinari compresi. Non sono in corso, saranno finiti fuori corso. D’altronde lavoro e lavoratori, di questi tempi, sono merce rara. Il lavoro, diceva il mi’ nonno, «va a finì’» e i lavoratori sono ormai una specie protetta, in via di estinzione. I pochi operai che restano occupati, vengono lasciati liberi nei parchi per la riproduzione. A volte invece, ed è il secondo caso, ci sono una macchina e due lavoranti: rattoppano una buca dell’asfalto o tagliano l’erba al bordo della superstrada. Perché le buche ci sono e l’erba va tagliata, l’importante è farlo d’estate quando ci sono i turisti, nell’ora che c’è più traffico perché tutti vanno al mare o da qualche parte a divertirsi e pensano di essere in ritardo sulla tabella di marcia e prendono la superstrada perché così si fa prima.

Quei giorni che ti attraversa un gatto nero e i gatti ti piacciono, anche quelli neri, non sei mica razzista, che senti un’ambulanza e pensi al dolore che non è toccato a te, ma a un altro sì e per un po’ controlli il cellulare e pensi ai tuoi cari, che incroci un carro funebre o passi davanti a un cimitero, tutti dobbiamo morire prima o poi, facciamo poi e fai gesti apotropaici, insomma ti tocchi le palle. E perché mai passare sotto una scala? Ci sono norme antinfortunistiche che dicono di no. Mica sono superstizioso, ma intanto non si sa mai. Non è superstizione, è prevenzione.

Quei giorni alla fine che non sai più dove sbattere la testa e allora o buon Dio, Padreterno, Allah, Buddha, Manitù, Odino, Zeus, Giove, insomma chi c’è, se c’è, o chi lo rappresenta o ne fa le veci e, se no, il grande spirito, il grande nulla, il grande tutto, il grande cocomero, il gorgo in cui muti scenderemo, il fato, il destino, il caso, la fortuna, lo zodiaco, qualcosa, qualcuno. Di noi tutti abbi misericordia. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 5 Agosto 2018

Libero Venturi

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