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giovedì 10 ottobre 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

DIZIONARIO MINIMO: Zibaldone

di Libero Venturi - domenica 20 gennaio 2019 ore 07:30

Il generale e presidente dei francesi, Charles De Gaulle, si chiedeva come fosse possibile governare un paese come la Francia che ha duecentoquarantasei varietà differenti di formaggio. E, a proposito della Francia e delle differenze, noi e i cugini d’oltralpe non ci troviamo d’accordo nemmeno su “quella”. Lei, insomma, “l’origine del mondo”, così ben raffigurato dal pittore realista Gustave Courbet. Avete capito. I francesi la chiamano “la chatte”, la gatta. Gli italiani “la topa”. La chatte fa più fine, da Pascal in poi i francesi sono maestri di “esprit de finesse” quanto noi volgari, ma sempre topa è. Intendiamoci una gran bella cosa. Ma gatti e topi non vanno d’accordo e nemmeno, penso, le loro signore. Questo è il punto. Fatte le debite proporzioni, così è l’Europa al giorno d’oggi. Non c'è neanche accordo sull'origine del mondo.

“Pochi approdammo qui sulle vostre spiagge. Che razza di uomini è questa? Quale patria così barbara consente tale costume? Ci è proibita l’ospitalità della spiaggia; ci fanno guerra e ci vietano di stare sul primo lembo di terra. Se disprezzate il genere umano e l’abbraccio dei mortali, almeno temete gli Dei memori di ciò che è giusto ed ingiusto”.

È Virgilio, l’Eneide. Enea, in seguito alla tempesta scatenata da Giunone, tramite Eolo, re dei venti, e placata da Nettuno, dio del mare, è spinto sulle coste della Libia in prossimità della edificanda Cartagine. Che poi sarà “delenda”, ma questa è un’altra storia. Là incontrerà la regina Didone, con quel che segue del doloroso amore. Proprio a lei il saggio Ilioneo narra le peripezie dei Troiani in viaggio verso Esperia, l’Italia. Didone, commossa, offre ad Enea e compagni ospitalità. Allora la Libia fu un porto sicuro. Siamo alla rievocazione del mito che Virgilio compose tra il 29 e il 19 a.C. ma sembra oggi. Questa è la forza dei classici. L’avessimo capito quando svogliatamente li studiavamo sarebbe stato meglio per tutti e per noi stessi.

Del resto “è un mondo difficile/ e vita intensa/ felicità a momenti/ e futuro incerto/ il fuoco e l’acqua/ con certa calma/ serata di vento/ e nostra piccola vita/ e nostro grande cuore”, come canta Tonino Carotone in “Me cago en el amor”. Non è proprio Virgilio, magari, né Enea, quanto a “pietas”, ma rende l’idea.

Quando c’è bisogno di toccare ferro o legno, ci si accorge che il mondo è fatto di alluminio e di plastica. Questo fondamentale assioma fa parte della Legge di Murphy di Arthur Bloch. Ed è plasticamente evidente la sua verità. Anche per questo l’uso della plastica, pur importante nella vita, è stato ridotto. E pure le finestre di alluminio anodizzato argento te le raccomando.

La nonna paterna con la quale abbiamo vissuto, nella sua saggezza anziana, al tempo sottovalutata e da noi anche presa in giro, ma sempre più apprezzata che al giorno d’oggi, aveva una bella espressione per ciò che non andava o non le sembrava giusto. Diceva: “questa cosa non è tanto per la quale”. Una frase indefinita, appena un po’ sgrammaticata, ma appropriata ed efficace per frapporre una prudenza, un ragionevole dubbio verso qualcosa di cui non si capiva bene la ragione o l’esito. Non nego che ci fosse nell’espressione anche quel tanto di prevenuta diffidenza e resistenza conservatrice, ma solo quel tanto che basta. Ecco lo voglio dire chiaro del nostro Paese, dell’Europa e del mondo: che non sono tanto per la quale!

“Il nostro sacro mestiere esiste da millenni./ Con lui al mondo non occorre luce:/ ma nessun poeta ha detto ancora/ che la saggezza non esiste,/ che non esiste la vecchiezza/ e forse nemmeno la morte”. Così Anna Andreevna Achmatova. Purtroppo la vecchiezza esiste eccome, semmai la pensione in questi mesi di conguaglio fiscale tende a rarefarsi e, oltretutto, senza preavviso per noi sudditi dell’Inps. E pure la morte, dispiace, ma arriva e quando arriva, arriva. Come il Natale, in fondo. Ma certo la saggezza non esiste davvero al mondo, senza umanità e luce di poeti. “La vita è splendida,/ sii saggio, cuore./ Sei così stanco,/ rallenta, batti piano…/ Pensa, ho letto/ che l’anima è immortale”. Forse la vita non è così splendida, né lo è stata per la Achmatova. Morì di una crisi cardiaca, ma la sua anima resta immortale. Perché “forse solo chi vuole s'infinita,/ e questo tu potrai, chissà, non io./ Penso che per i più non sia salvezza,/ ma taluno sovverta ogni disegno,/ passi il varco, qual volle si ritrovi”, scriveva Montale che anche lui resterà per sempre.

Beati i primi. Non più gli ultimi. Oggi nel mondo è tutto un primeggiare. America first, Britannia first, la France avant tout, prima gli Italiani. I Tedeschi dal canto loro erano già uber alles e lasciamo stare. Anche i paesi dell’est Europa, ex socialisti e ora neo nazionalisti, non vorranno certo essere da meno. Insomma tutti primi, in qualche modo, anche se in cosa non si sa. Ma o siamo tutti primi a pari merito o verrà fatalmente stabilita una classifica e allora si torna punto e a capo: ci sarà chi è più primo degli altri. E primo su tutti, mica “inter pares”! A noi chissà che primo posto ci tocca nella graduatoria di questo mondo. Se nostro Signore esiste e non è sovranista, speriamo piuttosto nell’altro dove, dice, saranno ancora gli ultimi ad essere beati. Ma sembra piuttosto una resa.

Ecco la musica è finita, gli inglesi se ne vanno... Theresa May, conservatori e separatisti inglesi hanno aperto una frattura, divenuta una voragine che rischia di inghiottirli. E speriamo non ci porti dentro tutti quanti. Lo “splendido isolamento” britannico si ripropone nel corso della storia che è cattiva maestra di vita. Una che l’arresterebbero perché maltratta gli alunni. Oppure è la storia un’insegnante offesa da cattivi studenti e genitori violenti. Gli inglesi non ci vogliono stare in Europa e non si capisce se gli va stretta o larga. Non certo tutti: ai fieri Scozzesi gli fumano, sotto il gonnellino, che non deve essere nemmeno bello a vedersi. Ma anche fra loro e le loro regine non sono mai andati tanto d’accordo. Per non parlare dei simpatici Irlandesi. Del resto gli inglesi, a parte Winston Churchill, Benny Hill e Mr. Bean, non sono tutta questa grande simpatia. Ci sarebbero anche Robin Hood e Re Artù, ma non si sa se sono esistiti davvero.

Europa, nella mitologia era una fanciulla che fu rapita e sedotta da Zeus, dio degli antichi greci. Il famoso ratto di Europa. La Comunità Europea ci ha uniti e messi in riga: avesse fatto un po’ meglio la prima cosa della seconda sarebbe stato un bene per tutti. L’Europa ha mal ripagato anche la Grecia, culla della sua civiltà e origine del suo stesso mito; comunque non l’ha lasciata e l’ha risanata, magari a caro prezzo. Nella sua storia si è lasciata sedurre un po’ da tutti i più forti: liberali americani, socialisti russi e rigoristi tedeschi. Del resto Europa significa dall’ampio sguardo. Al momento non sembra così ampio, ma speriamo lo diventi. E che anche gli inglesi un giorno ci ripensino. Avremmo bisogno del nostro continente, isole comprese e non della loro deriva.

“Green Book” è bellissimo. È un film di Peter Farrelly. Con suo fratello Bobby hanno fatto roba leggera come la serie “Scemo & più scemo”, “Tutti pazzi per Mary” ed altri. Ma “Green Book” è un film che mi ha aperto il cuore e mi ha restituito, illeso, l’amore per il cinema, ancorché visto alla tivvù. Ed è una storia vera. Anzi, una vera storia. “Il mondo è pieno di persone sole che hanno paura a fare il primo passo” è la più bella battuta del film che è pure divertente. Viggo Mortensen e Mahershala Ali da Oscar. Penso di andare a rivederlo al cinema per restituirgli il rispetto che merita. Perché quello di cui parla è ciò che al mondo da sempre occorre e oggi ancora di più. La dignità, la solidarietà fra gli esseri umani ed il bene. Buona domenica e buona fortuna.

Libero Venturi

Pontedera, 20 Gennaio 2019

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Huc pauci vestris adnavimus oris./ Quod genus hoc hominum? Quaeve hunc tam barbara morem/ permittit patria? Hospitio prohibemur harenae;/bella cient primaque vetant consistere terra./ Si genus humanum et mortalia temnitis arma,/ at sperate deos memores fandi atque nefandi”. Virgilio, l’Eneide, versi 538-543 del I Libro.

Rowan Atkinson interpreta Mr. Bean e Benny Hill è Alfred Hawthorn Hill, entrambi attori comici inglesi. 

Libero Venturi

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