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sabato 31 maggio 2025

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Quando lasciar andare è fondamentale

di Federica Giusti - venerdì 30 maggio 2025 ore 08:00

Si sente spesso parlare del lasciar andare e della sua importanza. Noi psicologi siamo molto affezionati a questa immagine perché sappiamo quanto possa essere importante il suo ruolo nel processo di guarigione emotiva finalizzato ad un miglioramento del benessere psicologico.

Imparare a lasciar andare significa comprendere, sentire con la pancia come dico spesso io ai miei pazienti, che non possiamo controllare tutto e che continuare a lambiccarsi il cervello su pensieri, comportamenti, persone o situazioni che ci fanno soffrire, non solo è poco sano, ma è anche molto controproducente per noi.

Nella vita possono accadere diversi eventi che ci spingono, più o meno direttamente, a dover lasciare andare. Sicuramente i lutti, reali o simbolici, le perdite ma anche le relazioni che giungono al termine, oppure i sensi di colpa o vergogna, o ancora l’idea di perfezionismo o controllo. Tutte queste macro situazioni hanno a che vedere con il dover lasciar andare.

E farlo può essere davvero davvero difficile e faticoso. Da una parte quello che può spaventare è proprio l’idea del cambiamento e di ciò che non sappiamo ancora. Come dico sempre a mo’ di esempio, la postura scorretta spesse volte è più “comoda” di quella corretta, cambiare può essere complicato anche se sano.

Altre motivazioni possono legarsi ad aspetti di pensiero quasi magico, alcune credenze soggettive che portano a pensare che senza quel tipo di comportamento, gesto, pensiero o altro, le cose possano andare peggio, ma anche il bisogno di controllo può essere un elemento che interferisce con la possibilità di lasciare andare.

Ci sono degli “esercizi” utili da mettere in campo in queste situazioni, alcuni possono sembrare anche banali, ma vi assicuro che non lo sono affatto.

Innanzitutto è necessario ascoltarsi e concentrarsi su quel pensiero o situazione, accoglierlo emotivamente, ma, allo stesso tempo, spingerlo via da noi, magari chiedendosi se è utile per noi soffermasi su quello, se effettivamente pensandoci in quel momento possiamo agire direttamente per cambiare la situazione. Spesse volte il pensiero ruminante non porta vantaggi, per cui le domande hanno una risposta negativa, dalla quale possiamo attingere la forza necessaria ad allontanare quel pensiero dal nostro qui ed ora.

Questo tipo di atteggiamento ha a che fare con il fatto di accettare la realtà per quella che è, quindi, accettare di non avere controllo diretto su quella situazione.

E per aiutarci ad avere una buona consapevolezza del presente, possono essere utili gli esercizi della mindfulness.

Un’altra strategia utile può essere esprimere le nostre emozioni, magari perché no affidandole alla carta, mettendole nero su bianco. E’ uno degli espedienti maggiormente utilizzato in terapia quando si devono elaborare i lutti di qualsiasi genere.

Cambiare prospettiva, osservare le cose da un’altro punto di vista, può altrettanto essere utile in quanto concede di vedere nei limiti delle possibilità, nel dolore degli slanci di crescita.

E poi, per ultimi ma non meno importanti, lasciare che il tempo faccia il suo corso e imparare a perdonare per liberare noi stessi dal giogo del rancore e non per aiutare l’altro, sono entrambi atteggiamenti che si possono rivelare molto molto utili.

E voi sapete lasciar andare?

Federica Giusti

Federica Giusti

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