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mercoledì 11 dicembre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Liberi liberi...ma da cosa?

di Federica Giusti - venerdì 22 aprile 2022 ore 08:00

Eccoci alle porte di un altro XXV Aprile, giornata della Libertà che, finalmente, dopo due anni, potremmo tornare a festeggiare, meteo permettendo!

Giorno storicamente importante per la storia del nostro paese, rappresenta la liberazione dell’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista e quest’anno in particolare, con ciò che sta accadendo in Ucraina, ne dovremmo ancora più apprezzare il significato.

Perché, onestamente, penso che, nel corso degli anni, la parola libertà abbia un po' perso significato, o meglio, ne abbia assunti altri che non condividono l’idea e la radice storica e culturale della liberazione.

Sempre più spesso sento parlare di bisogno di libertà, diritto sacrosanto eh, ma forse un po' abusato. Essere liberi significa troppo spesso pretendere e questo non è sinonimo di libertà, anzi.

La società moderna ci spinge sempre di più a chiedere e ad esaudire i nostri desideri, i nostri bisogni, in un tempo minimo, il tutto trincerandoci dietro l’idea che sia la nostra libertà a farci andare in quella direzione, non considerando, però, che magari stiamo ostacolando la libertà di altri.

E non mi riferisco a grandi cose eh, ma a quelle che accadono ogni giorno nella nostra quotidianità.

Vi faccio qualche esempio. Ero in un bar in centro (ormai avete capito che adoro fare colazione fuori quando posso) ed ero in fila per far controllare il green pass prima di effettuare l’ordine. Entra una coppia sulla cinquantina e vanno diretti al banco a chiedere il caffè, senza preoccuparsi minimamente di me che ero già lì, e rispondendo al mio “Ci sarei stata io ma fate pure” con un “Bimba ma noi dobbiamo ritornare a lavoro, abbiamo 5 minuti e saremo pure liberi di berci un caffè in santa pace!?”. Ovviamente non ho risposto, ma l’uso della parola liberi in questo contesto mi è sembrato davvero esagerato! Altra situazione, che capita frequentemente in studio, è la richiesta di un appuntamento oggi per domani, con tanto di “Ma insomma dottoressa, lei non è mai libera, la chiamo una volta ogni tanto e mi da sempre appuntamento dopo due settimane? Credo che cercherò un altro professionista perché voglio essere libera di andare quando voglio in terapia, sennò a cosa serve?”. Ora, non vi voglio tediare con il significato psicologico di una comunicazione come questa, perché sappiamo bene, l’ho già detto anche qualche articolo fa, che la psicoterapia non è un pronto soccorso emotivo e non si fa sull’urgenza, è un percorso che richiede cura ed attenzione e non fretta. Quello che vorrei di nuovo mettere a fuoco è l’idea di libertà che ne deriva, un concetto che equivale al “io ho bisogno adesso e tu devi essere disponibile”.

Saranno i social che ci permettono di condividere tutto all’istante, saranno i vari siti di acquisto online che ci permettono di avere subito qualcosa che abbiamo appena acquistato direttamente e comodamente a casa nostra, ma, ripeto, forse abbiamo un po' smarrito il vero senso della libertà. Se è difficile da definire, forse è più semplice capire ciò che non è suo sinonimo, ossia la mancanza di rispetto, la pretesa, l’arroganza, il falso mito del “se pago posso permettermi tutto”, il disimpegno.

Concediamoci questo giorno della Liberazione 2022 per tornare a capire il suo senso profondo e smettere, magari, di sbattere i piedi per terra avanzando richieste come se non ci fosse un domani. Io ci voglio almeno provare, voi?

Federica Giusti

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